In rete come in piazza. Un luogo per incontrare amici e fare nuove conoscenze usando, volendolo, anche il dialetto. Nasce così Facecjoc, il social network in salsa local tradotto in veneto, friulano e lombardo. Un’avventura che inizia in Friuli ma che è radicata a Treviso, seconda patria del programmatore informatico Gianluca De Bortoli, nato a Udine 43 anni fa. «Tutti i paesi esteri hanno un loro social network» spiega De Bortoli, «dall’Ungheria alla Russia. L’Italia no. Ho voluto colmare questo gap creando un social network tutto italiano e integrando anche i dialetti, che fanno parte della nostra cultura di base». Gli «amighi», i «me piàxe» e i «fà giràr». Sono molte funzioni di Facecjoc che si ispirano al più famoso dei social network, Facebook, integrando anche qualche pulsante presente in Twitter. Ma c’è di più.

«In primo luogo è possibile personalizzare l’aspetto interno del sito» spiega il programmatore, «scegliendo colori e sfondi precaricati. E poi c’è la possibilità di vedere chi visita il tuo profilo, sempre che non si decida di navigare in incognito. Sapere chi ha visto il tuo profilo è un modo per fare nuove conoscenze e penso che sia questo l’obiettivo di un social newtork, non quello di passare il tempo giocando on-line». Un invito che gli utenti di Facecjoc hanno raccolto contribuendo in maniera attiva animando le bacheche a suon di «Dèsso xé amigo/a de», segno della nascita di una nuova amicizia virtuale. Il sito è stato creato nel 2010 come rete privata per alcuni amici friulani e il nome non lascia dubbi sullo spirito goliardico degli inizi. «Cjoc» in friulano vuol dire ubriaco ma è usato anche per indicare una persona mattacchiona, un po’ pazzerella. «Faccia da matto» punta proprio sulla simpatia ma con il tempo è diventato un progetto sempre più serio arrivando a coinvolgere oltre mezzo milione di utenti. La registrazione è semplice e bastano le credenziali di Facebook per creare un account. Da lì si può scegliere se usare l’interfaccia in italiano, in inglese o in friulano. Quest’estate De Bortoli ha puntato ad espandersi. Prima di tutto ha guardato al Veneto, dove vive, lanciando il social network nel dialetto locale. «Treviso mi piace molto e il nostro sito ha avuto un buon riscontro» spiega, «ora puntiamo anche a Lombardia ed Emilia Romagna». Un progetto ambizioso e che ha portato a nuove collaborazioni. «Per la traduzione in veneto abbiamo chiesto aiuto ad una ragazza di Conegliano nata a Venezia» spiega De Bortoli, «mentre per il lombardo ci stiamo lavorando». Le registrazioni viaggiano verso quota 600 mila e aumenta di pari passo anche il carico di lavoro per i server informatici. «Inizialmente abbiamo avuto delle sponsorizzazioni per sostenere le spese» continua l’informatico, «ora ci stiamo muovendo dal punto di vista commerciale. In Friuli ho assunto una segretaria e abbiamo alcuni freelance che ci danno una mano». Intanto il traffico sul sito cresce e aumentano gli utenti. E non poteva mancare chi del dialetto veneto ha fatto il suo marchio di fabbrica, come gli scatenati doppiatori di Doliwood Films.

 

 

Fonte: http://mattinopadova.gelocal.it/padova

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